Due linguaggi, il cinema e il teatro, convivono per raccontare la stessa storia. Il film è girato in un interno casa, dove la carta da parati ingloba lo spazio, la vecchiaia, la malattia. In scena la donna dialoga con un film che racconta la sua esistenza. Si sente una spettatrice ma è la protagonista. Ha una missione, descrivere e intanto sonorizzare il film con i pochi mezzi che possiede, una console, tre microfoni, i suoi dubbi, l’oggettistica e un forte senso di colpa e di frustrazione non privo di ironia. Non può fermare o interrompere o deviare il corso degli eventi, deve anzi portare avanti il film, costruire lo spettacolo scena per scena, seguendo il ritmo di ciò che vede. Sonorizzare il film vuol dire accudire i due anziani, far procedere praticamente la narrazione, e di pari passo la sua vita. È la È la storia di una solitudine capace di raccontare un conflitto familiare, generazionale, sociale. Fino a che punto il peso di una generazione può ricadere sulle spalle di un’altra generazione? Fin dove può spingersi un essere umano per l’altro? L’amore, il senso di responsabilità la cura possono diventare una gabbia? La lotta tra l’etica e l’amor proprio spinta fino ad un limite, fino ad un punto di rottura che sa di rivolta personale e generazionale

Crediti:
Di Progetto Nichel, Compagnia vincitrice del bando di produzione NDN 24/25
testo di Elvira Buonocore
regia Pino Carbone
con Anna Carla Broegg
musiche Antonio Maiuri e Marco Messina
spazio scenico e costumi Pino Carbone
organizzazione Maria Pia Valentini
tecnico del suono Francesco Troise
Una co-produzione Teatro Libero Palermo, Fondazione Luzzati/Teatro della TosseNetwork Drammaturgia Nuova,